
Perché il “fai da te” può peggiorare il danno
- Quando un dispositivo di archiviazione si guasta, il primo istinto è spesso quello di tentare un recupero fai-da-te: riaccendere il disco, collegarlo a un altro computer, aprire il case. Queste azioni, seppur motivate dalla voglia di risolvere rapidamente, possono compromettere definitivamente i dati, causando danni meccanici o elettronici irreversibili. In questo articolo spieghiamo perché rivolgersi subito a un laboratorio professionale come LabRD aumenta le probabilità di recupero, quali errori comuni evitare e come la tecnologia avanzata, la camera bianca e la presenza capillare sul territorio italiano fanno la differenza. Troverai esempi reali di interventi professionali e link ai nostri Casi Studio per capire l’impatto di procedure corrette.
Errori più comuni del fai-da-te
Riaccendere il dispositivo guasto per testarlo
Collegare dischi danneggiati ad altri computer senza diagnosi
Aprire hard disk o SSD senza camera bianca
Usare software non professionale su supporti fisicamente danneggiati
Tentativi ripetuti senza strumenti adeguati che peggiorano il danno
Come agisce un laboratorio professionale
Diagnosi immediata e senza rischio di peggioramento
Interventi in camera bianca ISO 5 per proteggere piatti e componenti
Strumenti specializzati per SSD, RAID e dispositivi complessi
Presenza capillare sul territorio italiano per interventi rapidi
Consultazione dei nostri Casi Studio per vedere esempi concreti di recupero

Nota Importante:
Agire tempestivamente e rivolgersi a un professionista riduce drasticamente il rischio di perdita definitiva dei dati. Tentativi fai-da-te, anche se motivati dalla fretta, possono compromettere irreversibilmente i tuoi file più preziosi.
Anche tu hai un problema simile?
Metti subito in pratica le nostre soluzioni e, se non risolvono il problema, chiamaci per una consulenza gratuita con i nostri esperti. Siamo qui per aiutarti!
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